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Channel: Stati alterati di coscienza Archives – LA LINEA DI ATLANTIDE
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Lo sciamano fai da te

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wolfshaman

Mi rendo conto che il mio diario peruviano in molti suoi punti — e in particolare nell’ultimo post pubblicato, nel quale parlo della purificazione del maloka dalle entità negative che lo infestavano — può sembrare molto semplicemente la fantasia di un esaltato. Può darsi che lo sia, ma ha comunque una sua logica e una sua genesi che hanno le radici nelle mie esperienze di questi ultimi anni, da quando sono entrato in contatto, con mia stessa sorpresa, con esseri incorporei di altre dimensioni.
Racconto una parte di queste esperienze nel mio libro L’unione dei mondi (acquistabile, per chi sia interessato a leggerlo, nelle principali librerie online, anche in ebook). Ma mi sembra giusto fare un breve riassunto per i lettori di questo blog che magari non hanno tempo o voglia di leggere anche il mio libro.

I miei contatti con le dimensioni “altre” della coscienza sono iniziate nel 2001 grazie a una terapia regressiva basata sulla trance lucida, e parallelamente con una serie di esperienze di respirazione olotropica, un potente mezzo di esplorazione della coscienza attraverso il respiro ideato da Stanislav Grof. Dopo un anno di terapia sono entrato in contatto con un mio spirito guida, Ladak, con il quale ho ricordato di avere vissuto nel passato alcune vite assieme in Tibet. La funzione di Ladak è stata quella di guidarmi nell’esplorazione della coscienza per un tratto del mio cammino e di rendermi consapevole della possibilità di comunicare e interagire con esseri non incarnati.
In seguito, nel 2007, in un momento di profondo malessere interiore che mi spinse a fare un’intensa e sincera richiesta di aiuto all’universo, sono entrato in contatto con un essere di luce molto potente che con la sua energia e il suo amore riuscì in breve tempo a sanare almeno momentaneamente il mio dolore. Mesi dopo, quando ero ormai aperto a questa rivelazione, in circostanze che fugarono ogni mio possibile dubbio, l’essere di luce dichiarò di essere l’arcangelo Michele. Da allora le comunicazioni con esseri incorporei sono diventate parte ordinaria della mia vita e della mia quotidianità. L’arcangelo Michele, insieme agli altri tre arcangeli principali (Raffaele, Uriel e Gabriele) mi ha guidato in un percorso di guarigione spirituale ed emotiva che ha dato grandi frutti in termini di benessere interiore e di conseguenza ha anche notevolmente migliorato le circostanze concrete della mia vita. Ed è aumentato – e continua ad aumentare — il numero di esseri incorporei (come Kryon, Adamus Saint Germain, Kuthumi o Yogananda, solo per citarne alcuni tra quelli universalmente conosciuti) che per un motivo o per l’altro sono entrati in contatto con me, magari solo per un breve periodo, per aiutarmi nel mio percorso evolutivo.
Ovviamente non ho alcuna prova “scientifica” di quanto affermo, né credo sia possibile averla, visto che stiamo parlando di dimensioni immateriali della coscienza che esulano — almeno attualmente — dal campo dell’indagine propriamente scientifica. Io stesso in varie occasioni ho avuto il grosso dubbio di inventarmi tutto solo per rendere la mia vita un po’ più sensata e un po’ più vivibile. Tanto più che nelle mie trance meditative normalmente non ho visioni di angeli luminosi con le ali (al massimo vedo talvolta, ad occhi chiusi, delle luci e dei colori), né sento voci che mi parlano.
Il contatto avviene tramite il “sentire” ed è poco definibile nei termini della logica o dei normali sensi fisici. È una percezione che parte dal cuore e che spesso, soprattutto quando è molto intensa, viene avvertita anche fisicamente.
Come varie volte mi hanno ripetuto gli esseri incorporei, è il sentire che può darmi la certezza della loro presenza. Non ci sono altri modi, tanto meno “oggettivi”, per verificarla.
La comunicazione spesso si limita a uno scambio energetico, sempre molto benefico, e attraverso questo scambio vengono veicolati “pacchetti” di informazione che, nel tempo lineare, solo successivamente vengono decodificati così che possano affiorare alla mia consapevolezza nuove conoscenze o specifiche informazioni utili alla mia vita. In tanti casi, però, nel corso della meditazione il sentire produce nel mio pensiero un dialogo articolato, in un linguaggio e in una logica immediatamente fruibili, anche se talvolta inizialmente poco comprensibili in quanto la realtà delle dimensioni immateriali della coscienza non può essere interamente tradotta all’interno dei criteri e delle limitazioni concettuali della nostra mente e della nostra realtà materiale.
Normalmente lascio che queste comunicazioni si svolgano solo all’interno del mio pensiero, ma talvolta, per facilitare il flusso del discorso e rendere meno probabili le interferenze della mia mente logica, inizio a parlare a voce alta lasciando che gli esseri incorporei utilizzino il mio apparato fonatorio per dire quello che hanno da dire. In questi casi il discorso scorre per conto suo — con modalità differenti a seconda dell’entità che sta parlando — senza la mia volontà cosciente, e spesso dico delle cose che non avevo né pensato né immaginato prima, e il cui contenuto mi sorprende.
Il fenomeno che ho appena descritto viene comunemente chiamato “channelling” (in italiano “canalizzazione”), anche se è giusto precisare che ci sono varie modalità di channelling, anche molto diverse da quella che utilizzo io.

Dopo avere iniziato i miei contatti con gli arcangeli e compagnia cantante, con un’amica che già da tempo era in contatto con le sue guide incorporee abbiamo iniziato a canalizzare assieme, per diversi anni con una certa frequenza. In questo caso, io la aiutavo ad entrare in trance ed era poi lei a dare voce alle nostre guide rispondendo alle domande, preparate assieme in precedenza, che io ponevo nel corso della canalizzazione. La maggior parte del mio libro, citato in apertura di questo post, è basato sulla registrazioni di queste canalizzazioni fatte in coppia.
Grazie a queste canalizzazioni condivise, la mia amica è entrata in contatto con le mie guide, e io con le sue. Tra queste ultime, una delle prime che si è presentata è Gundrum, il cuoco-sciamano. A differenza degli arcangeli e di altri esseri incorporei che non si sono mai incarnati, Gundrum è stato un essere umano e nella sua ultima incarnazione era un potente sciamano vissuto in India, che usava il cibo e la cucina come medicina e come strumento di contatto con le altre dimensioni. Grazie al fatto che, essendo stato incarnato, la sua energia è più densa di quella delle entità angeliche, una delle sue funzioni sin dall’inizio è stata quella di agevolare le comunicazioni (fare da interprete, come dice lui) tra le energie sottili e rarefatte degli esseri che non hanno mai avuto un corpo e quelle più dense e pesanti di noi esseri umani incarnati, aiutandoci a tradurre in un linguaggio a noi comprensibile questi scambi energetici.
Effettivamente l’energia di Gundrum si percepisce molto più facilmente di quella degli altri esseri incorporei. Quando lui arriva, l’impressione che ho della sua presenza è molto forte, talvolta proprio come se un altro essere umano fosse fisicamente seduto davanti a me e chiacchierasse con me.
Inizialmente lo consideravo semplicemente una guida della mia amica e un ottimo collaboratore di entrambi nella sua funzione di interprete. Ma gradualmente Gundrum mi si è rivelato come un mio maestro sciamano, un maestro del quale son già stato allievo in altri tempi e in altri luoghi e che ha accettato il compito di aiutarmi nella mia vita attuale a risvegliare le mie conoscenze e i miei poteri sciamanici attraverso un addestramento tuttora in corso. In questi anni, da quando è entrato (o rientrato) nella mia vita, mi ha insegnato a lavorare con i quattro elementi (terra, acqua, fuoco e aria), a potenziare il tantien (una palla di energia non corporea ma vibrante, situata in un punto intermedio tra l’ombelico e i genitali, che in determinate situazione vibra di più o di meno producendo degli effetti nella materia circostante), e a elaborare e compiere rituali di vario genere per ottenere determinati effetti sulla realtà, e in primo luogo rituali di purificazione di luoghi o di persone.
Grazie alla sua guida son diventato uno sciamano più consapevole e, per dir così, più efficace, nel significato che Gundrum dà al termine sciamano come «colui (o colei, ovviamente!) che sa mischiare il sapere di più dimensioni in maniera disinvolta e non soltanto agisce su dimensioni differenti ma anche permette un armonico fluire delle dimensioni».
Nel corso del mio addestramento sono poi entrato in contatto con l’antico sciamanesimo nuragico, e in particolare mi sono riconnesso con un’identità della mia coscienza, lo sciamano Nur, che ha contribuito al mio addestramento trasmettendomi, seppur in maniera ancora del tutto frammentaria, conoscenze e poteri della Nuraxia. Ma parlare di questo ora allargherebbe troppo il discorso allungando eccessivamente questo post.

Da quanto detto sopra, appare chiaro che il mio è uno sciamanesimo “fai da te”. Non seguo un maestro vivente o una tradizione particolare, né ho una serie di tecniche precostituite a cui fare riferimento. Seguo appunto le istruzioni che mi vengono date di volta in volta da Gundrum e dagli altri esseri incorporei, lasciandomi poi guidare dalla mia intuizione e dalle mie risonanze. L’unico elemento che mi porta ad escludere che tutto questo sia solo frutto della mia fantasia e della mia inventiva è l’efficacia di ciò che mi viene insegnato — o ricordato — nell’influenzare positivamente il mio stato interiore e le mie circostanze concrete.
Come una volta l’arcangelo Raffaele mi ha spiegato: «Non c’è niente che si possa fare per far succedere degli eventi che non avvenga interiormente, ma quando lavori interiormente gli eventi della fisicità sono una conseguenza naturale.»
Non sempre, ovviamente, il lavoro che viene fatto nelle dimensioni immateriali della coscienza ha un immediato riscontro nella realtà materiale. Spesso è necessaria una profonda trasformazione e un tempo più o meno lungo prima che si manifestino effetti tangibili, e questo talvolta può far perdere di vista la connessione tra le due dimensioni, tra la trasformazione interiore e l’evento che succede. Ma ci sono anche volte in cui invece l’effetto concreto di un lavoro interiore è quasi immediato, e questo è certo molto incoraggiante e aiuta a comprendere la validità e l’efficacia del proprio percorso, di quel che si sta facendo.
Alcuni dei rituali che Gundrum mi ha insegnato hanno avuto risultati quasi immediati e sorprendenti nella fisicità. E molte volte gli arcangeli o gli altri esseri incorporei mi hanno aiutato a comprendere meglio gli eventi della mia vita — magari dandomi informazioni preziose che da solo non ero in grado di conoscere ma che in seguito ho potuto verificare — e mi hanno dato istruzioni per affrontarli nel modo migliore e volgerli a mio favore.
Come ho detto, lo sciamano è in grado di muoversi fluidamente nelle diverse dimensioni della coscienza, creando le giuste connessioni affinché la realtà trovi la sua armonia sia nella fisicità che nell’immaterialità. Non sempre è facile farlo, ma come in tutte le cose la pratica e l’esperienza affinano le nostre capacità e rafforzano il nostro potere.

Nel caso della purificazione peruviana, non ho alcuna prova che davvero il maloka del residence fosse infestato da energie negative, e neppure posso dimostrare che la mia purificazione abbia ottenuto l’effetto desiderato.
Sono stato guidato soltanto dal mio sentire, e l’esperienza che ho fatto è stata molto profonda e ha costituito una tappa importante del mio percorso, del cui valore e significato mi sto pienamente rendendo conto soltanto ora, a quasi un anno di distanza dal mio viaggio. Per questo l’ho raccontata. Poi ognuno la valuterà come crede.

L'articolo Lo sciamano fai da te sembra essere il primo su LA LINEA DI ATLANTIDE.


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